In attesa delle vacanze al mare, Emilia, non sapendo come passare le domeniche (prima del ritrovo nella setta Daniela&Giulia di Pasqua), ci ordina di andare tutti in montagna a guardare Shitdwarf sciare con il suo snowboard galeotto. All'inizio io e Sonia eravamo titubanti, visto anche le defezioni del resto del gruppo, ma alla fine, a causa delle minacce di morte da parte di Emilia, decidiamo, contro il nostro volere, di passare la domenica mattina nuovamente in montagna a non fare nulla. Si va questa volta nella piccola Prato Selva che ha una pista grande quando un campo di calcio a 5 e con più o meno 15 appassionati sciatori che salgono e scendono ininterrottamente su uno spazio di 7 metri per 4. Durante il viaggio di andata, tra le 2366 curve in salita, il mio stomaco inizia a girare vorticosamente su se stesso, Shitdwarf batte le mani a ritmo di musica non tenendo mai il volante, mentre il colore del mio viso oscilla tra il verde acido e il viola moquette elisabettiana del '700. Mentre il vomito prende l'ascensore per poi risalire arrampicandosi lungo l'esofago, finalmente, arriviamo a destinazione. Non facciamo in tempo a metterci il doposci, che Shitdwarf si getta lungo la piccola pista lasciandoci nel deserto innevato della tundra abruzzese in miniatura. Ci ritroviamo io, Sonia e Emilia sotto un sole africano e su un paesaggio finlandese e avevamo 6 ore da passare in 3 senza sapere cosa fare. Con uno sguardo brutale verso Emilia, la fautrice di questo terribile momento (tra l'altro previsto da Sonia), cerchiamo di unire le nostre forze per poter sopravvivere al meglio in quelle lunghissime 6 ore da passare insieme. Emilia ha l'idea di allontanarsi dal campo di sci e, trovanta una landa innevata deserta, ci buttiamo sdraiati sulla neve a prendere il sole aspettando che l'ipotermia ci porti via. Quei momenti, però, mano a mano che i minuti passavano, iniziano ad essere piacevoli! Le frecciatine bollenti di Sonia nei confronti di Emilia sciolgono la neve ed allontana il rischio "mummificazione", si parla dell'amore, delle opere di Boccaccio, delle canzoni dei Doors, dei 5 gradi che rendono una donna emancipata al letto, delle relazioni che intercorrono tra chi fa il bagno e chi perde la verginità e se la crisi economica del 1929 rispecchia quella attuale. Dopo 4 ore passate schiacciati sulla neve a prendere il sole in stile "auguro a tutti voi un Malibù", iniziamo a camminare per la vallata scoprendo, oltre ad un lavandino rotto e ad un burrone, un paesaggio bellissimo. Stufi di contemplare le bellezze della natura ritorniamo sulla mini pista dove solo Shitdwarf, come un deficiente ritardato, continua a scendere e salire con il suo snowboard consumato. Alla fine, Emilia decide di far finire quello squallido show esibizionista e, con i suoi terribili ultrasuoni, scatena una valanga che ci trasporta dritti dritti verso un paesino disabitato: Fano Adriano. Qui, in un'atmosfera da "Io sono leggenda", con le finestre delle case murate con assi di legno e con un silenzio inquietante, grazie all'olfatto dell'affamato Shitdwarf troviamo nascosto nel sottosuolo un ristorantino tipico. Qui ci trasformiamo in cavallette e ci sbraniamo tutto ciò che ha un sapore commestibile. Si chiacchiera, si ride, ci si ritrova come in una grande famiglia a parlare del più e del meno in un'atmosfera gioiosa dove, per la prima volta nella storia del gruppo, non si registra la mummificazione di Sonia. Nel locale mangiamo un antipasto formato dal classico tagliere con prosciutto, lonza, salame e formaggi, un primo fatto da ravioloni (per me) e gnocchetti alla boscaiola (per gli altri) e arrosto di agnello per secondo (solo per Shitdwarf che non si ferma un secondo e si sbrana anche una bimba che passava tra i tavoli per giocare). Il tutto ad un prezzo bassissimo. Dopo il pranzo ci facciamo una lunga camminata lungo il piccolo paese e restiamo nuovamente a prendere il sole e l'aria fresca nella piazza del paesino in una dimensione dove nemmeno il tempo sembrava più scorrere. Il viaggio di ritorno rimette in moto il mio vomitino che tenta nuovamente di risalire dallo stomaco alla gola, facendomi cambiare colore della pelle. Tra le canzoni che accompagnano il nostro viaggio di ritorno c'è la splendida 1979 degli Smashing Pumpkins che crea le ire di Shitdwarf intento non più a battere le mani a ritmo di musica ma a skippare con rabbia verso un'altra traccia. La gelosia del nostro amato nano verso la Triade del Passato torna in auge anche per il Poker del Presente, per fortuna, però, mi ero già spupazzato entrambe le ragazze durante le sciate in solitario del microscopico asso di snowboard!
La serata vede di nuovo gli irriducibili Shitdwarf e il sottoscritto andare al Warner a vedere il film Gran Torino con un Francesco che, grazie ai suoi infiniti colpi di tosse dovuti ad un'influenza ormai millenaria, ci accompagna a ritmo di musica fungendo da juke box rotto.
Ma, adesso silenzio in sala perchè va in onda la trama del film Gran Torino
Un Clint Eastwood invecchiato di 113 anni impersona una vittima della guerra di Corea sopravvisuto alla strage di Superga dove perì la leggendaria squadra di calcio del Grande Torino. Clint si trasferisce in un ghetto del midwest americano solo per offendere le varie etnie che lo popolano. Armato di un fucile Winchester, una pistola Colt, un cane rincoglionito e tanto, tanto spirito razzista, il vecchio minaccia tutti quelli che hanno tratti somatici differenti da quelli di un cristiano bianco. Non potendo però riuscire a lucidare l'auto e allo stesso tempo bere la sua razione di 65 lattine di birra al giorno, decide di sfruttare un mongolo vietnamita 16enne per farlo lavorare gratis come suo schiavo. Un gruppo di delinquenti musi gialli però vorrebbe riprendersi lo schiavetto ma Clint fa di tutto per difenderlo. Alla fine, a causa del suo rincoglionimento senile, il vecchio si presenta nel ghetto dei delinquenti gialli disarmato e mimando con il dito il gesto della pistola. Inutile dire che i "7 samurai" uccidono a suon di mitra il vecchio pazzo. Alla fine lo schiavetto mongolo, per vendicarsi dei sopprusi di Clint, modifica il testamento del vecchio e, la bella auto lucidissima e mai utilizzata, invece di andare al cane come era previsto, se la prende il mongolino. Fine... ... ma la squadra di calcio del Torino che c'azzeccava??!! E adesso musica!!!!
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