E' stata rinvenuta in un vecchio caseificio di formaggi e bottoni di ottone, un foglietto stropicciato e sporco con su scritta una poesia della nota poetessa Human Problem. L'opera, ritenuta da molti scomparsa perchè data in pasto alle galline, può finalmente tornare alla luce e mostrarsi al mondo in tutto il suo splendore. Noi di blacklawcollections abbiamo l'onore di pubblicarla in esclusiva!
Poesia senza titolo
Ti dedico il sole
quando il primo raggio
illumina le nostre stanze.
...è tua la luna che per incanto
accende la notte.
...è per te il mare in burrasca
quando le onde,
come la passione,
si infrangono contro gli scogli
e le sento addosso.
Ti regalo la neve
che dipinge il mondo
di una purezza infinita...
...ti dono l'arcobaleno
che colora un momento, un desiderio.
Ti dedico il sole
perchè io ce l'ho già
e mi riscalda
e mi illumina
giorno dopo giorno.
E' tua la luna,
ho anche quella...
E' per te il mare,
tanto io ho l'immenso...
Ti regalo la neve...
...io ho l'arte.
Ti dono l'arcobaleno
perchè io ho più colori dell'infinito
E' tutto per te,
io ho molto di più...
Ho te!
H.P.
Commento del letterario e stilista André Le Froche:
L'opera è un perfetto ritrovato storico che amalgama armonia e squilibrio in un unico kaleidoscopio di sentimenti. La passione gioca un ruolo principale, anche se si fa sentire una piccola vena di rabbia data dal fallimento dell'autrice nell'impossibilità della riuscita del suo scopo. Il suo intento, come in altri autori, è quello di dover trovare quell'amore che tarda a venire, così che l'autrice si spoglia di tutto e regala le splendide forme della natura al suo amato, come segno di resa o di gratitudine (fin qui non è chiaro se la Problem soleva arrendersi o rasserenarsi per ciò che era riuscita a raggiungere). Il "dedicare" la luna, il sole, la neve è un pò come donarli, privarsene, come se a lei non importa più della vitale presenza del sole nella sua vita o di una notte più buia, a causa dell'assenza della luna. La metafora del "mare in burrasca" rappresenta lo stato d'animo dell'abbandono della donna, anche se è subito dopo rafforzato dalla similitudine della stessa con la "passione" potente come le "onde che si infrangono sugli scogli". La prima parte si chiude con la descrizione dicotomica del bianco candido della neve, simbolo di purezza, e del multicolore dell'arcobaleno, con le sue innumerevoli variazioni di tonalità. La seconda parte è la stessa poesia, le stesse descrizioni, ma poste con placato vigore, come se l'anima dell'autrice avesse raggiunto la calma, la serenità, ricercata da molti letterati contemporanei. L'opera si conclude con l'ultimo dono all'amato: quel "è tutto per te, io ho molto di più" sta ad indicare, come detto, che l'autrice non ha bisogno di niente per vivere e sopravvivere a queste lacerazioni di una società che punta su altri valori, ben lontani da ciò che ricerca la Nostra. Finalmente lei ha già tutto ciò di cui ha bisogno: il suo amato ritrovato. E' il trionfo dell'amore.
André Le Froche
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