Da un'idea malsana di Censura il gruppo del Tuttinsieme ha subito preso la palla al balzo e ha deciso, purtroppo, di accettare la proposta di andare tutti a Siena per un viaggio sì costoso ma pieno di allegria. Ai nastri di partenza non sapevamo che ci aspettava l'opportunità di poter vedere un Censura sempre più estroso e squilibrato che mai, e, proprio per aver assistito a ciò, è valso il costo del viaggio! La prima cazzaracciata però la fa un maestro celle cazzaracciate, quello Shitdwarf talmente innamorato di Emilia tanto da rendersi zerbino al 110% e decidere di partire dopo che la regina delle assicurazioni ha svolto come sempre il suo dovere di lavoratrice dell'anno. All'uscita dall'ufficio e dopo essersi docciata per un'ora finalmente il gruppo, alle dipendenze delle ragazze, è pronto a partire alle 14:35 in terra toscana per la seconda volta in due anni (la prima, come ricordiamo, fu Lucca 2008). L'entusiasmo di aver noleggiato nuovamente un auto a 8 posti rende la partenza più felice, pur sapendo che alla guida un capriccioso Censura fa di tutto pur di imitare i fasti dell'instancabile Shitdwarf versione Speed Racer della gita lucchese dello scorso anno. Durante il viaggio, pur di togliere l'intimità che aleggiava tra Shitdwarf e Emilia e tra me e Francesco, Censura mette su il CD del viaggio formato da canzoni accuratamente scelte da lui 6 giorni prima dell'evento. La raccolta dei pezzi è davvero vomitevole: pezzi classici di gruppi italiani ultra classici in voga nelle estati degli anni '70 e che ogni tanto lasciavano spazio ad un mix formato da hit americane anni '80, hit inglesi anni '70 e musiche da discoteca. La democrazia in quella macchina era inesistente poichè noi altri non potevamo obiettare nulla visto che il viaggio (così come il momento musicale) l'aveva organizzato proprio Censura. Con Sonia mummificata e la suocera Lara intenta a disturbare Shitdwarf ed Emilia nel bel mezzo dei momenti intimi, ci siamo dovuti sorbire il meglio di Baglioni, Cocciante, Zero, i Simply Red, Annie Lennox e Beniamino Gigli. Appena spento (finalmente) lo stereo, Censura mi fa leggere il suo programma comico della gita preparato e spoilerato per 14 giorni consecutivi. I 6 foglietti scritti in carattere Times New Roman con grandezza 8 alla fine erano anche divertenti ma in quel momento, forse distrutti dalle canzoni di Massimo Ranieri e Phil Collins, ci siamo tutti addormentati ed il duro lavoro svolto da Censura è stato scartato come la più penosa e allo stesso tempo esilarante gag fantozziana. Voltata anche questa pagina (con la volpe Censura che incolpa me per il non riuscito momento comico del programma creato da lui), ci fermiamo al primo (di 34) autogrill che ci separano da qui alla meta. Qui come sempre ci trasformiamo in cavallette e dopo aver distrutto i cessi con i nostri bisogni fisiologici di piombo fuso e gas radioattivi, ci sbraniamo enormi quantità di cioccolatini e patatine acquistate a caro prezzo. Nella macchina c'è un tugurio di schifezze da passare dai primi posti a quelli posteriori, sgranocchiando e ruttando per gran parte dell'attraversata dell'Umbria. Il tachimetro di Censura tocca i 90 kmh e Shitdwarf ha bisogno di un massaggio cardiaco. Censura opta allora di rinserire il suo splendido CD: è la volta di Fiorella Mannoia. Con la bava alla bocca e le orecchie divelte a causa di "Ci sarà", pezzo storico di Albano e Romina Power, finalmente dopo 6 ore e mezza di viaggio arriviamo a Siena. Ovviamente, grazie all'Ina Assitalia, è già notte fonda e non c'è modo di trovare parcheggio. Fortunatamente riusciamo dopo 1 ora buona a trovare un posto ai piedi dello Stadio Franchi, ignorando però due principali problemi: che l'indomani il Siena giocava in casa e che il popolo senese è tifoso incallito di calcio! Con i bagagli in mano ci perdiamo nei meandri della bella città toscana, non c'è modo di azzeccare la contrada esatta, quel gufo che ci guferà per tutta la gita, causando un tentato suicidio a Francesco e rischiando di non farci dormire vista la difficoltà di ritrovare l'albergo. Alla fine, grazie anche ad un patto che Censura stringe con il Padre Eterno (Dio ci aiuta a trovare l'hotel se Censura in cambio non metterà quel suo schifossissimo CD il giorno dopo), ecco scrutare all'orizzonte l'Hotel Psycho. All'interno un burbero (e oserei dire antipatico) toscanaccio ci chiede di farsi pagare prima e ci rammenta che nell'albergo disabitato una camera è sprovvista di bagno, poi ci lascia le chiavi e se ne va. Avevamo quindi l'intera costruzione medievale e maledetta tutta per noi, anche se non c'era tempo per godercela tutta visto che dovevamo lavarci (secondo hobby preferito dal gruppo) per poi andare a cenare (primo hobby preferito) nel ristorante tipico toscano scelto sempre da Censura. Qui non c'è tempo di scherzare con battute e stronzate varie con i simpaticissimi (e rompicoglioni) camerieri e ci buttiamo subito sui fegatini amari e i pomodori rosso scuri dell'antipasto. Mentre si mangia qualcuno ricorda che per l'imminente e ultra costoso Capodanno Francesco ha deciso di svignarsela ad Agropoli. Non sapendo come cambiare discorso Francesco tenta il suicidio soffocandosi con lo spesso grasso del prosciutto toscano. In un attimo rischiamo di perdere colui che sarà l'uomo più silenzioso dell'intera gita. Nessuno riesce a sbloccare l'intoppo fermatosi nella sua gola e dopo varie colorazioni finalmente il viso di Francesco torna roseo dopo aver schiattato, sputacchiato e semivomitato l'intero antipasto. Dopo un primo così così è la volta del secondo: la fiorentina tanto decantata da Censura per un mese intero è finalmente nei nostri piatti. Censura però non ci sta e ordina, suo malgrado, una gigantesca bistecca da 1 kg e 680 grammi tutta per sè. A nulla valgono le raccomandazioni dei camerieri rompipalle e i nostri sguardi minacciosi: ormai Censura si è messo in testa di mangiarsi tutto il bisteccone. Al 23° pezzo ingurgitato il finto sorriso di Censura si trasforma in una smorfia di dolore. Il povero organizzatore del viaggio e della cena si rivolge alla sua musa Sonia: "come sto andando?" sussurra con un fil di voce. "Male per Dio, male!" risponde nervosamente una seccata Sonia. 45° pezzo della fiorentina ingurgitato e i colori del volto di Censura iniziano a cambiare in maniera inquietante: giallo sabbia del Malibù, rosso pomodoro, blu cobalto, viola cotton&silk, e, infine, terra di Siena. Al terra di Siena Censura lascia la forchetta e corre in bagno: un enorme rutto in stile "vento del Sahara" si innalza per tutta la piazza del Palio. I cavalli nitriscono.
-FINE PRIMA PARTE-
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