Dopo la deludente cena al Cinquecento di 10 giorni fa (talmente deludente che non mi ha dato nemmeno l'ispirazione di dedicarci un aggiornamento sul blog), ieri sera il gruppo si è riunito per l'ennesima serata del Tuttinsieme, e lo ha fatto in grande stile. Sono stati chiamati Vivianne Westwood, Wes Bluemarines, Gucci e Dolce&Gabbana per rivestire le smorfiose e audaci ragazze del gruppo. Il Museo delle Camicie che piacciono a Sonia e che Lucio compra ha invece vestito gli uomini, eccetto il sottoscritto che ha trovato utile saccheggiare un bidone raccoglitore di vestiti usati. Alla calda serata tortoretana Emilia era super sexy con una maglia a fiori gialla e rossa con colletto alla coreana, pantaloni stretti e splendide scarpe aperte con tacco 8 cm; elegante e sbarazzina Lara con mini a jeans e scarpe come sopra; stesse scarpe ma con il solito lungo pantalone da convento delle monache domenicali la mummia Sonia. I maschietti indossavano tutti la camicia rigorosamente bianca e pantaloni stretti che andavano a disegnare le silouette post palestra, eccetto io che avevo un jeans corto e una maglia a righe orizzontali giallo-blu con colletto bianco e una voglia di divertirmi pari a zero. Arrivati alla costa tortoretana, dopo 47 minuti per trovare un parcheggio libero, scrutiamo passo dopo passo un possibile locale che rispecchiasse le 3 regole principali del locale alla moda:
1) Musica alta
2) Super alcolici
3) ...e soprattutto che ci sia GENTE!
Dopo varie discobeach frequentati da ragazzini delle medie o del primo liceo, in cui era obbligatorio imitare l'odiata prof di italiano, finalmente giungiamo al costoso e modaiolo (per il momento) Murena. Al Murena (che è una spanna al di sotto della famosissima Suite) c'era un figaio da capogiro: splendide ragazze dalle cosce lunghissime adornate da una cintola che in realtà era una microgonna e da scarpe che facevano impallidire persino la Eva Henger dei tempi d'oro. In confronto le nostre ragazze erano squadre di Serie C di fronte ai vari Manchester United, Real Madrid e Barcellona. Io comunque ero contento perchè con quelle 10 euro ho potuto sorseggiare una Red Bull ghiacciata, guardare soddisfatto (senza interagire) le fighe di Serie A e strusciarmi e ballare con le mie amichette suore dalle scarpe sexy. Anche (Censura) era fibrillato e si muoveva a passi volpati tra Emilia e Sonia, mostrando ogni tanto la paggellina alla orgogliosa nonna Lara. Shitdwarf era il Tony Manero della situazione mentre Francesco era un radar scova femmine. Nella serata incontriamo anche il re dei locali costosi, vale a dire Nicola Puthand che aveva già prenotato l'ennesimo tavolo da 230 euro al Gattopardo, la capitale delle discoteche della Provincia. Dopo 5 ore tra un sorseggio di un cocktail tamarro, uno sguardo alla figa di turno e un ballo sfrenato di 8 secondi con Emilia, io e Francesco decidiamo di rincasare visto che il resto della plebaglia era in procinto di lasciare la discoteca per raggiungere un'altra discoteca. Durante il ritorno, tra una lezione e l'altra di sociologia e psicologia, io e Francesco ci fermiamo alla piadineria nella Giulianova non modaiola e, quindi, deserta. Il tempo (1 ora e mezza) di preparare le piadine e via di ritorno verso la nostra amata e sottovalutata Teramo. Il resto della troup invece si è goduta tutta la notte tra balli sfrenati, spese titaniche e maratone alcoliche nell'inferno tentatore del Gattopardo con Sonia in avanzato stato di mummificazione, Emilia e Shitdwarf a ballare fino a consumare il pavimento del locale. 20 minuti dopo la chiusura della discoteca, finalmente i nostri rincasano non prima di una ricca colazione al bar dello yacht di Briatore. L'ennesima serata mondana è andata. Fine del mondo, quando arrivi?
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